martedì 3 maggio 2011

versione latino demostene un modello da imitare!

Adsiduo labore et magna disciplina homines expedite multa naturae impedimenta corrigunt. Multa vitia obscurabant fulgens ingenium Demosthenis, oratoris Atheniensis. Nam linguae impedimento non expedite primam litteram verbi <<rethorica>> exprimebat. Quare saepe auditoribus iniucundus erat Demosthenes locutionis difficultate atque etiam nimia vocis asperitate. Praeterea oratoris corpus gracile atque infirmum erat. At magno labore et longis exercitationibus omnia vitia paulatim superavit: vox enim antiquam asperitatem amisit, corpus vim ac robur acquisivit. Denique omnes difficultates pervicit atque fuit orator et perfectae orationis exemplar.


traduzione

Con la continua fatica e grande disciplina gli uomini facilmente correggono i molti impedimenti della natura. Molti vizi oscuravano l'ingegno fulgente di Demostene, oratore ateniese. Infatti a causa di un impedimento della lingua non facilmente egli pronunciava la prima lettera della parola "rethorica". Per la qual cosa spesso era poco piacevole per gli ascoltatori Demostene a causa della difficoltà di eloquio e anche per la eccessiva asprezza della voce. Inoltre il corpo dell'oratore era gracile e infermo. Ma con grande fatica e lunghi esercizi superò poco a poco tutti i difetti: infatti la voce perse l'asprezza originaria, il corpo acquisì forza e robustezza. Infine vinse tutte le difficoltà e fu oratore e esempio di perfetta oratoria.

versione latino il dio mercurio

Deus Mercurius Maiae filius est: caelicolumque convivia sono lyrae recreat. Saepe in terram {fin sulla terra} advolat, nam deorum nuntius est et nuntii officia a Mercurio explentur: deorum iussa in terram viris portantur. Deus mercaturae, doli, somniorum pascuorumque patronus est. Incolae praesertim Arcadiae templa atque aras Mercurio erigunt: in compitis {nei crocicchi} viarum Hermae {le Erme} seu {ossia} Mercurii statuae aedificantur et Arcadiae incolae quotannis {ogni anno} ob beneficia dei Hermas coronis ornant. Deus caduceum {il caduceo era un bastone con avvinti due serpenti, simbolo della pace e dei commerci} dextrā destringit {impugna} animasque ad inferos {agli inferi} ducit. Itaque superi atque inferi Mercurium diligunt.




traduzione




Il Dio Mercurio è figlio di Maia: e col suono della lira anima i conviti degli Dei celesti. Spesso vola fin sulla terra, infatti è il messo degli Dei e i compiti del mezzo sono adempiuti da Mercurio. Sono portati i comandi degli Dei sulla terra agli uomini. E' il Dio del commercio, dell'inganno, protettore dei sogni e pascoli. Soprattutto gli abitanti dell'Arcadia erigono templi e altari a Mercurio; nei crocicchi delle vie le Erme ossia le statue di Mercurio sono edificate e gli abitanti dell'Arcadia ogni anno ornano le Erme con corone a causa dei benefici di Dio. Il Dio con la destra impugna il caduceo e porta le anime agli inferi. Dunque gli Dei celesti e inferi prediligono Mercurio.



lunedì 2 maggio 2011

il ratto delle sabine

romulus, postquam romam condidit, haec fere egit multitudinem finitimorum in civitatem recepit, centum senes legit et senatores nominavit propter senectutem. sed uxores romulus populusque e non habebant; itaque invitavit ad ludorum spectaculum vicinas urbi romae nationes et earum virgines rapuit. mox nationes finitima bellum commoverunt propter raptarum iniuriam,sed romulus caeninenses vicit antemnates,crustuminos,sabinos,fidenates… haec omnia oppida urbem cingunt. post romuli mortem romae per quinos dies senatores imperaverunt




traduzione




Dopoche Romolo fondo Roma queste cose press'a poco fece. Una moltitudine di gente vicina nella città accolsescelse cento anziani i quali nomino senatori proprio per la vecchiezza. ma egli stesso e il suo popolo non avevano mogli, pertanto invito ad una rappresentazione ludica le tribù vicine alla citta di Roma e di esse le giovani rapì. Dopochè le tribu alla guerra furono spinte a causa del rapimento subito. Vinse i Ceninesi, le tribù di Antemne, di Crustumerio i Sabini, le tribu di Fidene, le tribù di Veio. Queste citta attorniavano la città di Roma. Dopo la morte di romolo a Roma comandavano i senatori per cinque giorni ciascuno.

Cesare conquista il territorio dei germani

Germanico bello confecto, Caesar statuit Rhenum sibi transgrediendum esse, ut metum Transrhenanis iniceret, qui cum Gallis contra Romanos bellum gesserant. Sed trans flumen exercitum traicere Caesar non tutum esse arbitrabatur. Itaque etsi summa difficultas pontem faciendi proponebatur propter latitudinem, rapiditatem altitudinemque fluminis, hoc immane opus aedificare instituit decemque diebus effecit, exercitu autem transducto, ad utramque partem pontis firmo praesidio relicto, in fines Sigambrorum contendit, qui ex omnibus Germanis infestittimi Romanis erant. Tum a compluribus civitatibus ad eum legati venerunt, quibus pacem atque amicitiam petentibus liberaliter respondit. At Sigambri, fuga comparata, e finibus suis excesserant suaque omnia exportaverant. Caesar paucos dies in eorum finibus moratus, omnibus vicis incensis frumentisque succisis, diebus omnino X et VIII trans Rhenum consumptis, omnibus rebus confectis quarum causa transducere exercitum constituerat, satis et ad laudem et ad utilitatem profectum arbitratus, se in Galliam recepit pontemque rescidit.










traduzione


Portata a termine la guerra contro i Germani, Cesare decise che bisognava attraversare il Reno, per mettere paura ai Transrenani che avevano portato con i Galli la guerra contro i Romani. Ma Cesare riteneva che non fosse sicuro che l’esercito guadasse il fiume. Perciò, nonostante si prospettasse una enorme difficoltà di fare un ponte a causa della larghezza, della vorticosità e della profondità del fiume, prese la decisone di edificare una gigantesca opera e la portò a termine in dieci giorni; poi fatto passare l’esercito, lasciata una solida guarnigione da entrambe le parti del ponte, marciò nei territori dei Sigambri, che tra tutti i Germani erano i più ostili ai Romani. Allora vennero da lui degli ambasciatori (inviati) da parecchi popoli, che chiedevano pace e amicizia, ai quali rispose con benevolenza. Ma i Sigambri, allestita la fuga, si erano allontanati dai propri territori e avevano portato via ogni loro cosa. Cesare, attardatosi pochi giorni nei loro territori, incendiato ogni villaggio e mietuto tutto il frumento, dopo aver trascorso diciotto giorni oltre il Reno, portata a termine ogni cosa a causa delle quali aveva deciso di trasportare l’esercito, avendo ritenuto di essersi inoltrato a sufficienza sia per la propria gloria sia per l’utilità, si ritirò in Gallia e distrusse il ponte.