Olafur

Posted in Senza categoria on 31 Maggio 2014 by stesis83

Io vengo dalla terra ad addormentare i dolori, schiava di desideri che si sbriciolano.

Io vengo dalla profondità del mare,  dove l’eco dei giorni perduti è un coro di silenzi.

Ciò che nell’insolenza non ha voce, nella povertà di indugi si fa sussurro.  Lontana è la porta.Lontana è la luce oltre il silenzio  dove  bianco è il ventre dell’inganno. La mia bocca non ha fame.  La tua bocca quieta, non ha tentazioni e le tue ossa sono sottili ghirlande.  Mi ricevi come il solco, la luna. Ti ricevo, come se cadessi nella mia stessa vita.  Bruceremo di sete infinita mentre qualcuno verrà a gracidare nomi di oceani.

Nella tua unica stagione marina, io proverò le tue sbarre. Scalerò le vette del tuo sterile rifugio.

E morderò le tue dita. Morderò il tuo mento piagato dal pianto e suonerò la campana. Col cuore gorgogliante di neri cavalieri.  

Falso amore

Posted in Senza categoria on 31 Maggio 2014 by stesis83

‎”Nasceva ancora una volta il tempo, sulle labbra del cielo, mentre l’amore che mi si negava, tornava sui suoi passi. Nasceva ancora una volta il tempo, sulla superficie di corpi di terra, mentre l’amore dalla lunga coda di fuoco, tornava a mordere a fondo. Quando le foglie cadono sul tuo petto, i miei occhi si richiudono nell’ombra. Quando le foglie cadono sul tuo petto, percepisci quanto pioverà sull’anima di una donna. Conosci la dura strada del destino, l’interminabile luce del giorno felice.Tu conosci la fragranza del pane , le anguste e piccole mani del peccato. Riponile sul mio cuore, come il bacio precipitato. Riponile sulle mie tempie, come se fosse un ricordo di infanzia. Ritorna a me , divampando, con la semplicità della legna che arde. Ritorna a me, come la prima cosa voluta dopo il deserto. Rifugiati nella mia piccola torre di insensatezze. Attraversami. Nei tuoi pugni semiaperti, brandelli di pelle. Celami , nel tuo ventaglio di perplessità. Ricorda, quando il mio cuore sarà d’argilla, indosserai le mie scarpe. Ricorda, quando milioni di gigli d’argento copriranno le tue spalle, indosserai le mie scarpe. Toccherai la nebbia sulla mia fronte e le stelle avranno un’aroma di rugiada. Vedrai, penetrerai il cemento con eleganza . Vedrai, quando un Cristo tornerà a piangere i suoi figli, il mio volto sarà macchiato dai tuoi baci. Vedrai, quando un Cristo tornerà a cullare i suoi figli, il tuo volto sarà come uno squarcio nel mio costato. Il cielo crollerà e le palpebre dei tuoi occhi saranno il sipario di ogni falso amore. Tu sarai il sipario di ogni falso amore. “

 

Lalipuna

Posted in Senza categoria on 31 Maggio 2014 by stesis83

Nelle interminabili sere di settembre, ad un passo dalla fredda capigliatura delle ciminiere, ho sentito il fruscio familiare della tua veste.Ti volti sempre girando su te stessa, e respirai pazientemente consapevole che da lì al minuto avrei avuto le tue labbra sui miei occhi. Le ho avute. Affamata di labbra, di sguardi, di mani, di profumo, affamata di te, che vaneggi, di te che accendi il cielo, e danzi sulla terra come se camminassi, io respirai. Conosci il caos della mente quando si ossidano i pensieri nell’estasi? Io lo conosco. Tutto in te incarna il caos dei colori, delle emozioni, dei canali che si alternano e incastrano, e che si dileguano come amanti che hanno paura di ammettere di non amare più. Io non ti amo. Ma ci sono istanti, in cui si fissa la torre ferita e si vorrebbe scivolare nell’amore. Ma ci sono istanti, in cui immagino che le labbra divorate siano come i nostri corpi che si confondono, come odori, come tremori. E’ forse così lieve il peso della scelta? nulla può toccare più a fondo di una preghiera silente. Ed io prego, il Dio dei cristiani, ed ogni Dio conosciuto, di permetterti di traboccare in ogni terra. Ed io prego, il Dio dei giusti, di arrestare l’aridità del mio cuore. Io ti bevo con gli occhi nonostante la notte. E lo so, quanto possa fare male spargere le ceneri di un amore. E lo so, quanto possa fare male, la pietra rovente della fine. Ma , da lontano, un fulmine raccoglie i corpi, e il tuono li risveglia. Ma, da lontano, echi dei cuori dispersi raccontano che tutto inizia e termina nella chiarità. Il giorno è sempre nell’oggi che l’ieri non è mai passato. E il domani, l’oggi non accompagna. Oggi è sempre.

Where Is The Line

Posted in Senza categoria on 13 ottobre 2011 by stesis83

Passerà il tempo e nulla sarà ricordato. Cadrà la pioggia senza interruzioni. Passerà il tempo e tutto sarà lineare. Una strada unica, uno sguardo unico. La sintesi stretta in un unico pugno. Passerà il tempo, con le sue cravatte variopinte. Avrà l’aria distinta, di un padre di famiglia. Va a puttane la notte, come ogni buon padre .Cadrà la pioggia e formerà strati di efelidi su volti scarni. La luce filtrerà oltre le nuvole, e piegherà gli occhi. Uno schermo lattiginoso è il mondo. Uno schermo sul quale urinare. Passerà il tempo e nulla sarà ricordato. Come se fosse l’ultimo giorno sulla Terra . Uomini in naftalina vengono conservati in cassetti capienti. Le donne come carcasse di animali. Vedo escrementi d’uomo sul selciato, vedo ballerini di zucca, vedo strumenti sofisticati da asporto, vedo finte parodie di noi stessi. Mi circonderò di fragranti bocconi, di antitesi insperate, di asimmetrie poco necessarie. Respirerò come respira chi non vede il tempo avanzare. Respirerò come se non fosse fermo il sorriso e pieno di aneddoti di biancospino. Quanta ipocrisia nelle parole di spugna. Si lasciano impregnare dall’odore del sesso. Quanta sinuosa eleganza in pochi gesti. Sviluppiamo false dipendenze. Crediamo in strane appartenenze. Mortifichiamo i vivi e pure i morti. Con lo spirito più puro. Quanta cupidigia, quanta futilità nel sentirsi alternativi all’alternativa. Non c’è alternativa. Soffocati nella stessa inequivocabile stoltezza di dirsi cinici innocenti.

Tornado

Posted in Senza categoria on 12 ottobre 2011 by stesis83

Al di là del boccaglio di rame,dei misteri alati, del ventre informe, delle grida di nani inginocchiati, curva sulle sue stesse paure, lei declina come il ferro forzato. Nel caos delle emozioni, l’aria contamina i pensieri, eppure il sangue è secco. L’ho sentita sorridere. Così immensa nel suo crepitio. Così immensa, dura e umida. Un gemente albero da carico. Lei sa di cunetta di roccia. Lei sa pr…olungare l’idiozia. Porta in grembo un peso da schiantare. Così la pioggia sgocciola nel mio ovunque. Dove trova pane , cresce granoturco. Dove profughi i sinistri propositi si fanno stendardi. Non capisco mai la speranza, con la faccia di un cane. Ho sentito il suo fiato fiaccare e ne faccio riflesso. Travestita da me stessa, ho partecipato al ballo del destino. Ho desiderato che qualcuno potesse ficcare un porno in una buca di smeraldo. Ho desiderato che certi linguisti siano deturpati a vita. Tutto è nelle mie tasche. Quando l’amore si palesa in ogni modo possibile,io lo concepisco. Quando in silenzio l’attore abbandona la scena, lo suggerisco. Mi domando che razza umana possa moltiplicare la sua insana stirpe. Come meditare a luci spente. Tenendo ogni parte di corpo in saldo,indossando “spero che tu” e vomitando sulla sua immagine troppo esibita. Il pensiero non viene, se non la prima volta. Poi è solo morfina. Divorando se stessi in trance da puntomorto. Soltanto da assenti,può appiccicarti addosso il timido autunno. Cancellando ogni brandello di sensibilità. Finchè un mattino, nn vagherò per la terra come un castigo.

F.

Posted in Senza categoria on 4 ottobre 2011 by stesis83

Tu refulgi anima mia, nelle limpide acque del ventre mio affogato. Tu sei il circolo d’ombra che castiga, che imprigiona, che ossequia, che ossida le palpebre schiuse come labbra. Tu mi esalti, mi assali ,turbini come vividi pensieri , sbocci come sboccia il fiore d’oppio e sei crocifisso rampicante. Tu sei il sogno ed il destino. Linea sottile che pensierosa perimetra il mio corpo e lo confina in… quel luogo in cui non vi è più nulla. Se non l’urlo del cuore che mai spaventa. Tendi braccia che oscillano come pendoli. Tu sei regina di freddi gelsomini. Sei il nudo guanto e la formidabile lotta. Amami come ameresti la fresca ferita. Cercami, nella rigidità della schiena di marmo, misura il tuo amore di viandante. Implora. Che le mie mani possano stringere ancora le tue mani sotterrate. Io non ti attendo, perchè nell’attesa tutto si consuma. Io voglio amarti come un cieco. Voglio disarmarti. Lo stupore imbriglia e sconquassa il cinico e il beffardo.E tu ne ridi, anche quando la tua indole ti fa cupa e non mi addormenta. Il giorno scolpito nella pietra s’è reso immortale.Muovi come il vibrante pennello su una tela squarciata, spezzando l’arco del tempo. Mi seduci, mostrandoti arrendevole, nella tua veste a cascata. Surrurrando ,accostando i tuoi fianchi di sole: ” ti prego, mira”

Over the love

Posted in Senza categoria on 2 ottobre 2011 by stesis83

C’è qualcosa da perdere solo se si vuole. Certi drammi non hanno soltanto un’unica fine. Lei sta alzandosi e la sua casa è in pieno inverno. Lei è la macchia nera sull’anima del mondo. Sull’orlo dello specchio, le immagini mai speculari. Ho mandato via tutti i ricordi. Andando oltre l’amore. Come la purezza sa infrangersi in scintille azzurre. Come l’animale solitario ricerca un compagno occasiona…le. Come d’improvviso il suo fiato rompe l’amplesso e ne piange. La spessa ruota della vita, non fa altro che girare. La povera terra l’accoglie,con lo sguardo feroce di chi è in fuga ed inciampa su menzogne di brina. Io volo nella voce della pioggia. Col mio volto migliore. Vado oltre l’amore. Leggo il labiale di un cuore che adoro, che sa di carta di caramella. Affondo in ciò che mi avvolge della sua tenerezza nitida, e le mie guance ardono. Nulla mi manca. Io so attendere, nel mio desiderio divorante. Nel mio inferno privato colmo di racconti amari. Mi armo di un pugnale aguzzo e recido paure. Come nuove stagioni potranno riempirle le tasche di pietre. cadrà sul fondo del fiume. Come vecchie scarpe verranno scalzate. Come nuove scarpe verranno usate. Logorate. Sul suo volto di calce, nemmeno una lacrima. Vedo alte colline e mi orno di tutta la pazienza del tempo, nelle interminabili ascese. Tra il cielo e la terra, nella traboccante chiarità dell’intenzione più vera, tesso una rete di seta e penso:”è per lei” . Una Lei che non scocca frecce, che non nasconde ombre , che si mostra come il fulmine nel cielo. Con la sua disarmante elettricità. Ho attraversato il dolore e sono risorta. Andando oltre l’amore.

Ara Batur 2

Posted in Senza categoria on 30 settembre 2011 by stesis83

Mi sono sentita crescere. Nella forma di silenzio e di singhiozzo. Al di là di te, un altro luogo mi attende. Mentre il mattino s’allontana, bevo un liquore d’anima spezzata e nulla squama che dalla mia bocca sfugge. Io sono colei che non muore, nemmeno se volesse. Sono colei che danza nell’umido dolore della fuga. Colei che nel centro di ogni cosa , vede distese inondate, gomitoli di membra…, gatti dalle code d’ambra. Tutto intorno a me si perde, quando mi rendo per metà inaccessibile. Desidero l’umido oblio del tuo sogno. Tagliando il tempo, io ti bramo. Tagliando il tempo, io ti chiamo. Tagliando il tempo, dal mio cuore sparso, aumenta il mio bisogno di insistenza. Scivola il mio lieve male, nella pioggia caduta dalle pupille tue, offuscate. Tutta la forza di un animale solitario è racchiusa nelle gambe gemelle. Cosa sarei io se non l’indegna? Qualcosa vuole che l’innocenza vaghi palpitando tra i fili di spade. ed io mi annido tra le tue braccia affusolate. Come ripaghi con ricchezza di aspettative, l’amore. Come ripaghi col suo sale avido di domini,l’amore. Scaccio le tenaglie bianche di mani che cercano geometrie assai precarie. Invento giochi di luce, con coni e prismi. Invento fiabe che assottigliano pensieri di realtà mai vissuta. Tu sei la mia folle amica, sei l’inizio del crampo autunnale, sei grandi palpebre dorate, sei la scossa che scortica la mia schiena indifesa. Tu sei la figlia di un cielo che crolla. Tu sei la profonda speranza di trastullarmi nell’indifferenza di un mondo che non mi appartiene. Una cintura di pietra ,il solco raggrinzito dell’epidermide invecchiata. Io ti leggo mentre voglio per me il lampo e per te, la nebbia. E’ una sola la vena che funge da scala. L’ira del nuovo giorno viene a gridare il suo lutto, che un vecchio giorno è andato. Così è la vita, e così è la tenerezza annacquata. Nulla mi costringe a rimanere e tuttavia resto. E’ possibile che fummo sterminati dalle lacrime di un Dio decaduto? Queste tue lacrime dimesse sono pugnali sottili. Corro vestita di impazienza verso quel luogo in cui non vi è altro che ossa e fuoco. E ti scorgo, nella tua gonna di foglie. Il cielo suddiviso in vuoti e pieni, come un foglio che accetta di essere violato. Con parole di dolcezza e di paura. La carta ormai nera protegge la mia porta. Abbatterai , forse, la prima porta che un’altra porpora accompagna. E le stagioni avranno i nomi dei metalli e la voce tua, si farà brezza di pensiero piena di oltraggi. Che brucia , affonda, mescola, divora estordisce la volontà mia addormentata.

Lost

Posted in Senza categoria on 26 settembre 2011 by stesis83

Io non ho mai perso me stessa. Io non ho mai perso me stessa. Anche l’ultimo giorno, quando il mio viso è cambiato ed ho incontrato il sole. Io non ho mai creduto alle favole, io non ho mai dato in pasto il mio cinismo alla passione, anche quando ho titubato dinanzi la storia più improbabile mai vissuta. Anche quando ho vibrato sulle mie stesse inconfessabili paure, primitive. “Manda avanti l’amore” così dicevano, in scarpe troppo strette. Ed io mandavo avanti il primo passo, sempre il falso. “manda avanti l’amore” così dicevano, in abiti lisi. Ed io indossavo il migliore, sporco ai polsi. L’amore non lascia mai a mani vuote, tu le tendi e qualcuno le riempie. L’amore non ritorna mai , sa soltanto mutare nome. Io non ho mai perso me stessa. Io non ho mai perso me stessa. Anche il primo giorno, quando tutto sembra girare a tuo favore, i sorrisi scavalcano altri sorrisi, tutte le cose sembrano sopravviverti come le tue uniche direzioni. “Tieni il capo alto” così dicevano, mentre strisciavano dinanzi la Croce. Ed io stringevo di un buco la cinta e guardavo il cielo,come se piovesse. “tieni il capo alto” così dicevano, mentre degradavano come proteine. Ed io mordevo a sangue le mie labbra , finchè non mi compiacevo del sapore del mio stesso nettare. Io non ho mai vissuto niente. Io non ho mai cercato niente. E’ l’autunno che mi ha sorpreso , afferrandomi con violenza. E’ l’autunno che ha scelto me, circondandomi con i suoi rami secchi. Ed io ho lasciato che le cose andassero da sole. Come si fa quando tendi le mani e qualcuno le riempie. Anche se fosse stato sempre il primo giorno, o l’ultimo.

Just for Now

Posted in Senza categoria on 23 settembre 2011 by stesis83

Che non ci separi la vita, dai viaggi e dai dolori. Che la tua mano , talvolta, possa corrompere l’autunno della mia pelle. Posso rinunciare a morire, per un valzer di sguardi. Per questo risuona la notte,nel mio ventre appisolato. A cosa rinunciare se non per amore? a cosa rinunciare se non per sussurrare alla terra?Nessuno parla, mentre baci la pioggia sulle mie labbra di avorio. Posso palpitare per una voce, e poi sperdermi in mille me. Posso ferire la strada con i miei passi di metallo, e poi ritornare con le intenzioni più dolci. E tu sarai mai la …tregua per il mio cuore? A cosa rinunciare se non per amore? a cosa rinunciare se non per una foglia caduta? Mi mostrerai granai, sigilli della mente, remoti pensieri, le prime ciliegie , il fiume calmo, l’orologio e le sue lance. E la mia pallida infanzia mi verrà a trovare in sogno. Con tutte le sue maschere. Cercherò la trasparenza, cercherò il cristallo bruciato, il nero marmo della mia anima. E tu sarai la pura essenza del turbamento. Quando il mio cuore sfavilla. La tua luce mi precipita in un abisso senza alcova. La tua luce mi ricopre di pollini porpora. Tu sei l’aroma sparso , la freschezza ormai infranta. La mia età ossidata mi restituisce ricordi di fiori e di tristezza. Albeggia la mia volontà che piega la tua, in un abbraccio dal sapore di mare. Giungono gli uccelli felici, mentre tu mi passi attraverso. Ed io ti accolgo, come il pericoloso prigioniero. Entra nella mia casa, siediti tra le rovine del mio amore. Entra nella mia casa, tienimi tra le palpebre socchiuse. Come puoi non vedere te stesso?A cosa rinunciare se non per amore? a cosa rinunciare se non per sussurrare alla terra? Il mio cranio si rompeva in cocci variopinti. Le mie resistenze hanno rovinato le nostre vite? seduta su una sedia d’ambra, attendo che questo mio sguardo stretto aggiusti i tuoi occhi di lamine. L’onda affamata mi sazia di immagini azzurrate; senza la frenesia delle parole, il crepuscolo scivola tra le nostre braccia. Nulla è perduto, ancora tu scuoti ponti, tracci ferite, rendi l’ora infedele. A cosa rinunciare se non per amore? a cosa rinunciare se non per te?