Questo 2012 sta finendo e dato che non è l’anno che ricorderò con maggiore serenità ci aggiungerei anche un bel finalmente, ma questo non è il post della lagna prefestiva (vi è andata bene, diciamo…).
Questo è il post di chiusura dell’anno, dopodomani parto per Napoli per passare le feste con la mia famiglia. Manco dalla mia città da anni e il ritorno porta addosso mal di testa e mal d’anima, come cantano i Negrita, ma semplicemente ci sono cose che vanno fatte.
Post di chiusura, di fine anno, dicevo. E domani probabilmente finisce pure il mondo (speriamo di ricevere qualche anteprima dalla Nuova Zelanda, vah…), quindi io in questi giorni mi sono dedicata un po’ a mettere a posto le cose, non solo la mia libreria, come da post precedente, ma anche un po’ di roba scrittoria sparsa.
Il vantaggio di aver conservato l’abitudine a tenere un diario è che arrivi a fine anno con la possibilità di fare un bel resoconto generale senza il rischio di scordarti qualcosa. Per divertimento, l’altro giorno, mi sono messa a fare la lista delle ossessioni che hanno segnato questo 2012 (and the winner is The Avengers e circondario, vista la storia infint… ehm, la trilogia di fanfiction ancora in corso di lavorazione) e mi sono accorta che quest’anno il mio cervello ha sputato fuori un sacco di idee, molte delle quali pessime e che grazie al cielo non usciranno mai dall’iperuranio. Eppure, in mezzo a tanto ciarpame immaginifico qualcosa ho ritenuto di doverlo salvare, quindi ho aperto cartelle e cassetti (sia in senso virtuale che in senso concreto) e ho fatto un po’ di ordine, ho buttato via un bel po’ di roba superflua e “in disuso” e ho tenuto solo quello che mi sembrava vagamente degno di nota. Alla fine, ho deciso di prende un quaderno e segnare le idee che credo valga la pena conservare. In tutto, alla voce “roba di cui sicuramente devo occuparmi”, è rimasta la scaletta per i futuri capitoli della fanfiction su The Avengers e i soggetti per tre storie:
– Talia. Il racconto che avevo iniziato per il NaNoWriMo e che continua a sembrarmi l’idea migliore che io abbia mai avuto da diverso tempo a questa parte.
– Il soggetto per un racconto fantasy che tengo buono da febbraio e sul quale prima o poi dovrò seriamente mettermi a riflettere perché adoro l’idea del personaggio protagonista.
– Una storia persino-vagamente-romantica (che Odino m’assista, sto perdendo colpi!), che non ha mai avuto un titolo in vita sua, anche questa più o meno fantasy che scribacchio a penna su un quaderno da un po’, che non è l’idea migliore del secolo ma è il mio passatempo per quando non ho di meglio da fare.
Poi c’è la voce “souvenir mentali da lasciare in fondo all’ultimo cassetto”, dove ci sono un paio di cose:
– Una storia “sentimentale” che ruba il titolo a una canzone della Nannini e che non scriverò mai perché è troppo “autobiografica” (una passa cinque anni da fanwriter a evitare le self-insertion come la peste e poi invece…) ma che, appunto, volevo conservare come souvenir di questo felice anno trascorso.
– Il soggetto di una fanfiction su Il Fantasma dell’Opera – il romanzo originario di Leroux, che si intitola come un verso di Baudelaire e che non scriverò mai perché la mia salute mentale deve essere preservata.
– Il soggetto di una storia che ha a che fare con Il Fantasma dell’Opera – il musical, stavolta, ma che non è una fanfiction, di cui avevo scritto i primi quattro lunghissimi capitoli e che non è nemmeno un delirio totale, ma che è meglio mettere da parte.
Tutto il resto ho pensato fosse meglio buttarlo via.
Oh, e poi c’è una cosa che si chiama Emma… no, il romanzo della Austen non c’entra niente. Ma è un esperimento del quale sicuramente vi parlerò, in seguito.
E poi ho raccattato tutta una serie di fogli sparsi con brevi spezzoni fine a se stessi di roba indefinita, li sto ricopiando su un quaderno da conservare perché non sono scritti malvagiamente (perché non copiarli al pc, direte voi. Vi ho mai detto che sono narcisista riguardo alla mia calligrafia, e che in generale mi piace scrivere a mano?).
Sono contenta: ho facilitato il compito ai miei futuri figli, quando morirò da scrittrice amata e famosa e loro dovranno pubblicare i miei testi inediti.
E, ad ogni modo, visto che ho tre storie decorose da scrivere in data da destinarsi, più un esperimento da verificare, è meglio che il mondo mi faccia la cortesia di andare avanti per almeno un altro secolo.
Intanto, a chiunque passi di qui in questi giorni:
(immagine trafugata da QUI)