Clocks go slow in a placet of work… – The Clash

The Magnificent Seven di The Clash. http://shz.am/t45070680

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Sulla strada – Jack Kerouac

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Amore – 1984 – G. Orwell

Tirare avanti giorno dopo giorno e settimana dopo settimana, dilatare il più possibile un presente che non aveva futuro, sembrava a entrambi un istinto incontrollabile, come fanno i polmoni, che continuano ad inspirare aria finchè ce n’è.

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Io so pensare. So aspettare. So digiunare. – Siddharta – H. Hesse

Vedi, Kamala, se tu getti una pietra nell’acqua, essa si affretta per la via più breve fino al fondo. E così è di Siddharta, quando ha una meta, un proposito. Siddharta non fa nulla. Siddharta pensa, aspetta, digiuna, ma passa attraverso le cose del mondo come la pietra attraverso l’acqua, senza far nulla, senza agitarsi: viene scagliato, ed egli si lascia cadere. La sua meta lo tira a sè, poichè egli non conserva nulla nell’anima propria, che potrebbe contrastare a questa meta. Questo è ciò che Siddharta ha imparato dai Samana. Questo è ciò che gli stolti chiamano magia, credono che sia opera dei demoni. Ognuno può compiere opera di magia, ognuno può raggiungere i propri fini, se sa pensare, se sa aspettare, se sa digiunare. […]

Quando un uomo non ha niente da mangiare, digiunare è la più bella cosa che possa fare. Se, per esempio, Siddharta non avesse imparato a digiunare, oggi stesso dovrebbe assumere qualche impiego, da te o in qualunque altro posto, perchè la fame ve lo costringerebbe. Ma invece Siddharta può aspettare tranquillo, non conosce impazienza, non conosce miseria, può lasciarsi a lungo assediare dalla fame e ridersene. A questo, signore, serve il digiuno.

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Il presidente – Guida galattica per gli autostoppisti – D. Adams

Il presidente, in particolare, è soltanto un prestanome: non esercita in effetti il benchè minimo potere. E’ sì scelto dal governo, ma le qualità che deve dimostrare di avere non sono quelle tipiche del leader: la sua fondamentale qualità è saper provocare scandali. Per questa ragione scegliere un presidente non è facile: bisogna poter scegliere una persona che sappia provocare il furore nella gente, ma che sia anche in grado di affascinarla. Il suo compito non è esercitare il potere, ma stornare l’attenzione della gente dal potere stesso. In questo senso Saphod Beeblebrox è uno dei migliori presidenti che la galassia abbia mai avuto: ha già passato in carcere per truffa due dei dieci anni della presidenza.

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La linea d’ombra – J. Conrad

La strada sarebbe stata lunga. Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama. Ma questa strada l’occhio della mia mente la poteva vedere su una carta, tracciata professionalmente, con tutte le complicazioni e difficoltà, eppure a suo modo sufficientemente semplice. O si è marinaio, o non lo si è. E di esserlo io non avevo dubbi.

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Son animali al mondo de sí altera – F. Petrarca

 

Son animali al mondo de sí altera
vista che ‘ncontra ‘l sol pur si difende;
altri, però che ‘l gran lume gli offende,
non escon fuor se non verso la sera;

 

et altri, col desio folle che spera     
gioir forse nel foco, perché splende,
provan l’altra vertú, quella che ‘ncende:
lasso, e ‘l mio loco è ‘n questa ultima schera.

 

Ch’i’ non son forte ad aspectar la luce
di questa donna, et non so fare schermi     
di luoghi tenebrosi, o d’ ore tarde:

 

però con gli occhi lagrimosi e ‘nfermi
mio destino a vederla mi conduce;
et so ben ch’i’ vo dietro a quel che m’arde.

 

 

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Sono in molti a non amarmi – Evgenij Evtusenko

 

Son molti a non amarmi, mi danno molte colpe, e mi scagliano addosso fulmini, strali, tuoni. In che modo tetro e stridulo ridono sul mio canto, e i loro sguardi perfidi io li sento sul dorso. A me tutto ciò piace. E sono fiero che essi non riescono a domarmi, ad ottenere nulla. Con albagia sprezzante guardo le loro zuffe con allegria di pietra apposta io li stuzzico. Ma, così noto a tutti, mi muovo a volte a stento: perplesso, travagliato, sul punto di cadere. Senza un sorriso falso mi accorgo con angoscia d’esser presuntuoso, d’esser troppo scaltro. Nell’intimo dell’animo io so che sono un altro. Ma perchè poi mi invidino non riuscirò a capire. Cammino taciturno nel vicolo nevoso e ardentemente voglio esser presuntuoso..

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Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere – G. Leopardi

 

Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l’anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest’anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent’anni, illustrissimo.
Passeggere. A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.
Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggere. Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

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Frankenstein [l’uomo perfetto?] – Mary Shelley

 

A volte ho tentato di scoprire qual’è la qualità che lo eleva così smisuratamente al di sopra di qualsiasi persona abbia mai conosciuto. Credo si tratti di una capacità intuitiva di discernere, di giudicare rapidamente ma in modo infallibile, di penetrare le ragioni delle cose, che non ha uguali per chiarezza e precisione; aggiungi a questo una facilità di espressione, e una voce le cui varie tonalità sono come musica che soggioga l’anima.

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